SIRACUSA: IL PERCHE' DI UNA LACRIMAZIONE
(tratto dal volumetto l'Ora di Maria - Parte Seconda - Cap. III)
Esiste un messagio celeste del Movimento Mariano Betania che fa riferimento esplicito alla lacrimazione avvenuta a Siracusa nel 1953.
In particolare nel messaggio del 7 dicembre 1954 Gesù fa un'affermazione di capitale importanza: «Ecco perché la vostra Mamma Piange!», preceduta e seguita da altre quattro affermazioni; due la preparano e due la illustrano.
Le due affermazioni che la precedono sono le seguenti:
«Pur non volendo, ma con grandissimo dolore, devo annunciarvi che»;
«è ormai inevitabile una grandissima distruzione!!!».
Le due affermazioni che la seguono sono:
«innumerevoli sue lacrime hanno commosso il cuore dei suoi e miei figli»;
«Ecco l'altissima Divinità, l'infinita Misericordia, l'infinito Amore».
III.1) I FATTI
Gesù, con chiaro riferimento alla lacrimazione della Madonna di Siracusa, afferma che è un autentico fatto straordinario, un miracolo divino, un evento soprannaturale.
Due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, avevano ricevuto in dono un quadretto di gesso raffigurante la Madonna ed il suo Cuore Immacolato.
Il 29 agosto del 1953, alle ore 8:30 del mattino, la signora Antonina vide che dall'immagine della Madonna scendevano lacrime fino a bagnare la spalliera del letto. Da quel momento la Madonnina pianse a più riprese, talvolta di pochi minuti, talvolta di ore. La lacrimazione durò fino al 1° settembre, alla presenza di molti testimoni.
Il parroco, don Giuseppe Bruno, avvisò la Curia che inviò una commissione di periti, chimici e medici per esaminare il fenomeno. La commissione, dopo gli esami, arrivò a questa conclusione: «In definitiva, l'aspetto, l'alcalinità e la composizione inducono a far ritenere il liquido esaminato di analoga composizione del secreto lacrimale umano».
L'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Ettore Baranzini, si recò prima in forma privata in casa dei coniugi Iannuso dove era il quadro; 1'8 settembre vi ritornò e recitò il Santo Rosario insieme alla folla che si era radunata davanti alla casa dove era avvenuta la lacrimazione. Nell'occasione pronunciò anche un discorso; poi inviò al S. Uffizio (l'attuale Congregazione per la Dottrina della Fede) una relazione sugli avvenimenti.
Il 25 settembre 1953 uno speciale tribunale ecclesiastico, costituito in seno alla Curia, iniziò l'indagine accurata del fenomeno. Alla fine dei lavori, sotto santo giuramento, tutti i componenti del suddetto tribunale attestarono la realtà storica del fatto della lacrimazione.
Il 12 settembre 1953 la Conferenza Episcopale di Sicilia emise il suo giudizio autorevole in cui, tra l'altro, è scritto: «I Vescovi di Sicilia, riuniti per la consueta Conferenza in Bagheria (Palermo), dopo aver ascoltato l'ampia relazione dell'Ecc.mo Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa, circa la “Lacrimazione” della Immagine del Cuore Immacolato di Maria, avvenuta ripetutamente nei giorni 29-30-31 agosto e 1 settembre di quest'anno, a Siracusa (via degli Orti n.11), vagliate attentamente le relative testimonianze dei documenti originali, hanno concluso unanimemente che non si può mettere in dubbio la realtà della Lacrimazione».
III.2) PRIMO ANNUNCIO DI GESÙ
La lacrimazione della Madonna di Siracusa, nei disegni di Dio, mirava a scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale, ma ciò non è avvenuto! Gesù, circa un anno dopo l'evento miracoloso, è “costretto” a dire: «Pur non volendo, ma con grandissimo dolore, devo annunciarvi che...».
Gesù deve profetizzare un evento catastrofico «con grandissimo dolore».
Gesù durante la sua esistenza terrena pianse! Pianse per redimere, pianse per angoscia, pianse per amicizia, pianse su Gerusalemme di fronte all'incredulità di una moltitudine.
a) Gesù pianse per redimere. Come Sommo Sacerdote (cfr Eb 5,5-6) «nei giorni della sua vita terrena Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek» (Eb 5,7-10).
b) Gesù pianse per angoscia. Nell'Orto degli Ulivi, alla vigilia della sua Passione, Gesù «inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra» (Lc 22,42-44).
c) Gesù pianse per amicizia. Di fronte alla morte del suo amatissimo amico Lazzaro, Gesù «si commosse profondamente» (Gv 11,33), «scoppiò in un pianto» (Gv 11,35), tanto da far esclamare i Giudei presenti «vedi come lo amava!» (Gv 11,36). Poi «ancora profondamente commosso si recò al sepolcro» (Gv 11,38) di Lazzaro per risuscitarlo.
d) Gesù pianse su Gerusalemme. «Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”» (Lc 19,41-44).
Anche ai nostri tempi Gesù, per mezzo delle lacrime della Madre a Siracusa, vuole richiamare tutti gli uomini al suo amore infinito, manifestato con la Redenzione. Essa è un'Opera di amore e di dolore, operata dalle lacrime di Cristo e della Madre, versate come lavacro che ha purificato il mondo dai suoi peccati. Le lacrime della Madre sono anche le lacrime del Figlio!
Il fenomeno della lacrimazione avvenuta a Siracusa non è che un segno di una realtà trascendente: il mistero di Cristo e della Madre attualizzato nella storia. La Chiesa, e ogni vero credente, deve attraversare come Cristo l'Ora delle tenebre! Cristo sacrificato sulla croce più non muore né soffre e con i segni della passione vive immortale (cfr Prefazio di Pasqua); Egli in ogni fedele seguace rivive il suo mistero. È l'Ora in cui Gesù “piange” per la morte dei suoi amici perseguitati e martirizzati. È l'Ora in cui Gesù piange sulla Chiesa, cioè su coloro che, pur professandosi cristiani, non hanno un santo comportamento; come fu per Gerusalemme, così sarà per il popolo di Dio: su di esso si abbatterà il flagello e la morte. È l'Ora in cui Gesù offre preghiere e suppliche con forti grida e lacrime, come attesta lo stesso messaggio del 7 dicembre 1954: «Padre! Padre! Padre!». Gesù vuole salvare a tutti i costi gli uomini, ma essi non rispondono ai suoi richiami d'amore. È l'Ora in cui Gesù, in preda all'angoscia, prega e piange nell'Orto degli Ulivi.
Il Sommo Pontefice Pio XII, nel radiomessaggio rivolto al Congresso mariano regionale della Sicilia il 17 ottobre 1954, parla “dell'arcano linguaggio” delle lacrime della Madonna di Siracusa: «Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per i tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la Maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio?».
Purtroppo gli uomini non hanno compreso “l'arcano linguaggio” della Madre di Dio; né i cristiani hanno saputo interpretare «i segni dei tempi» (cfr Mt 16,1-4).
III.3) SECONDO ANNUNCIO DI GESÙ
«... è ormai inevitabile una grandissima distruzione».
Per il dilagare dell'ateismo, dell'incredulità, dell'immoralità e dell'amoralità, Dio è “costretto” a porre un freno all'iniquità umana esercitando la sua giustizia. La triste realtà che incombe sul mondo sarà illustrata più ampiamente nella terza e quarta parte dell'Ora di Maria.
III.4) FRUTTI DELLE LACRIME DELLA MADONNA
«Innumerevoli sue lacrime hanno commosso il cuore dei suoi e miei figli».
Le lacrime di Maria hanno intenerito molti cuori, ma evidentemente Dio voleva che la lacrimazione della Madre portasse più frutti, più conversioni stabili e perseveranti; ma ciò non è avvenuto!
Dio fa tutto da parte sua per salvare gli uomini, ma essi sono sordi ai suoi richiami... e quelli che lo ascoltano poi non perseverano. La causa della “grande distruzione” annunciata da Gesù non è da imputare a Dio, ma all'indifferenza degli uomini a cominciare dai cristiani, sia laici che pastori.
Che la Madre di Dio e degli uomini pianga sull'umanità non è certo consolante o fatto da tenere in poca considerazione.
Quelle lacrime avrebbero dovuto scuotere almeno i cristiani per indurli ad una profonda conversione, quale inizio di una vita cristiana fervente, fondata e animata dall'amore di Dio verso il prossimo, dal nuovo comandamento di Gesù: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
III.5) MARIOFANIA E TEOFANIA
La lacrimazione del quadro raffigurante la Madonna ed il suo Cuore Immacolato va intesa come una manifestazione di Maria Santissima (mariofania) e del suo Cuore materno traboccante di premure amorose ed amore premuroso per la salvezza dei suoi figli. La sua maternità è tutta orientata al bene degli uomini e allo stesso tempo è “rivelazione” dell'amore della Santissima Trinità.
Maria Santissima è l'Inviata di Dio e tale rimane in tutta la storia della salvezza. I miracoli di Dio manifestati tramite la persona e l'opera materna di Maria sono segni della volontà salvifica di Dio che interviene nella storia, trasformandola nella storia del Signore che è il Signore della Storia! (cfr Ap 1,8).
La geografia mondiale dei Santuari mariani testimonia che anche Maria Santissima è Madre che interviene nella storia e la storia è anche la storia della Madre e del suo amore materno, associato al Figlio nell'economia della salvezza.
Gesù, dopo aver parlato delle lacrime della Madre, nel messaggio afferma: «Ecco l'altissima Divinità (indicando l'immagine della Santissima Trinità), l'infinita Misericordia (indicando l'immagine di Gesù misericordioso), l'infinito Amore (indicando l'immagine del Sacro Cuore) … ». La lacrimazione della Madonna di Siracusa, vista con l'intelligenza della fede, è dunque una “teofania trinitaria”, cioè una manifestazione dell'onnipotenza, della misericordia e dell'amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che opera in tutti i modi per portare la salvezza a tutti gli uomini di buona volontà.
QUESTO ARTICOLO E' STATO CURATO DAL
MOVIMENTO MARIANO BETANIA
4 aprile 2016
Tutti i diritti riservati
In particolare nel messaggio del 7 dicembre 1954 Gesù fa un'affermazione di capitale importanza: «Ecco perché la vostra Mamma Piange!», preceduta e seguita da altre quattro affermazioni; due la preparano e due la illustrano.
Le due affermazioni che la precedono sono le seguenti:
«Pur non volendo, ma con grandissimo dolore, devo annunciarvi che»;
«è ormai inevitabile una grandissima distruzione!!!».
Le due affermazioni che la seguono sono:
«innumerevoli sue lacrime hanno commosso il cuore dei suoi e miei figli»;
«Ecco l'altissima Divinità, l'infinita Misericordia, l'infinito Amore».
III.1) I FATTI
Gesù, con chiaro riferimento alla lacrimazione della Madonna di Siracusa, afferma che è un autentico fatto straordinario, un miracolo divino, un evento soprannaturale.
Due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, avevano ricevuto in dono un quadretto di gesso raffigurante la Madonna ed il suo Cuore Immacolato.
Il 29 agosto del 1953, alle ore 8:30 del mattino, la signora Antonina vide che dall'immagine della Madonna scendevano lacrime fino a bagnare la spalliera del letto. Da quel momento la Madonnina pianse a più riprese, talvolta di pochi minuti, talvolta di ore. La lacrimazione durò fino al 1° settembre, alla presenza di molti testimoni.
Il parroco, don Giuseppe Bruno, avvisò la Curia che inviò una commissione di periti, chimici e medici per esaminare il fenomeno. La commissione, dopo gli esami, arrivò a questa conclusione: «In definitiva, l'aspetto, l'alcalinità e la composizione inducono a far ritenere il liquido esaminato di analoga composizione del secreto lacrimale umano».
L'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Ettore Baranzini, si recò prima in forma privata in casa dei coniugi Iannuso dove era il quadro; 1'8 settembre vi ritornò e recitò il Santo Rosario insieme alla folla che si era radunata davanti alla casa dove era avvenuta la lacrimazione. Nell'occasione pronunciò anche un discorso; poi inviò al S. Uffizio (l'attuale Congregazione per la Dottrina della Fede) una relazione sugli avvenimenti.
Il 25 settembre 1953 uno speciale tribunale ecclesiastico, costituito in seno alla Curia, iniziò l'indagine accurata del fenomeno. Alla fine dei lavori, sotto santo giuramento, tutti i componenti del suddetto tribunale attestarono la realtà storica del fatto della lacrimazione.
Il 12 settembre 1953 la Conferenza Episcopale di Sicilia emise il suo giudizio autorevole in cui, tra l'altro, è scritto: «I Vescovi di Sicilia, riuniti per la consueta Conferenza in Bagheria (Palermo), dopo aver ascoltato l'ampia relazione dell'Ecc.mo Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa, circa la “Lacrimazione” della Immagine del Cuore Immacolato di Maria, avvenuta ripetutamente nei giorni 29-30-31 agosto e 1 settembre di quest'anno, a Siracusa (via degli Orti n.11), vagliate attentamente le relative testimonianze dei documenti originali, hanno concluso unanimemente che non si può mettere in dubbio la realtà della Lacrimazione».
III.2) PRIMO ANNUNCIO DI GESÙ
La lacrimazione della Madonna di Siracusa, nei disegni di Dio, mirava a scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale, ma ciò non è avvenuto! Gesù, circa un anno dopo l'evento miracoloso, è “costretto” a dire: «Pur non volendo, ma con grandissimo dolore, devo annunciarvi che...».
Gesù deve profetizzare un evento catastrofico «con grandissimo dolore».
Gesù durante la sua esistenza terrena pianse! Pianse per redimere, pianse per angoscia, pianse per amicizia, pianse su Gerusalemme di fronte all'incredulità di una moltitudine.
a) Gesù pianse per redimere. Come Sommo Sacerdote (cfr Eb 5,5-6) «nei giorni della sua vita terrena Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek» (Eb 5,7-10).
b) Gesù pianse per angoscia. Nell'Orto degli Ulivi, alla vigilia della sua Passione, Gesù «inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra» (Lc 22,42-44).
c) Gesù pianse per amicizia. Di fronte alla morte del suo amatissimo amico Lazzaro, Gesù «si commosse profondamente» (Gv 11,33), «scoppiò in un pianto» (Gv 11,35), tanto da far esclamare i Giudei presenti «vedi come lo amava!» (Gv 11,36). Poi «ancora profondamente commosso si recò al sepolcro» (Gv 11,38) di Lazzaro per risuscitarlo.
d) Gesù pianse su Gerusalemme. «Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”» (Lc 19,41-44).
Anche ai nostri tempi Gesù, per mezzo delle lacrime della Madre a Siracusa, vuole richiamare tutti gli uomini al suo amore infinito, manifestato con la Redenzione. Essa è un'Opera di amore e di dolore, operata dalle lacrime di Cristo e della Madre, versate come lavacro che ha purificato il mondo dai suoi peccati. Le lacrime della Madre sono anche le lacrime del Figlio!
Il fenomeno della lacrimazione avvenuta a Siracusa non è che un segno di una realtà trascendente: il mistero di Cristo e della Madre attualizzato nella storia. La Chiesa, e ogni vero credente, deve attraversare come Cristo l'Ora delle tenebre! Cristo sacrificato sulla croce più non muore né soffre e con i segni della passione vive immortale (cfr Prefazio di Pasqua); Egli in ogni fedele seguace rivive il suo mistero. È l'Ora in cui Gesù “piange” per la morte dei suoi amici perseguitati e martirizzati. È l'Ora in cui Gesù piange sulla Chiesa, cioè su coloro che, pur professandosi cristiani, non hanno un santo comportamento; come fu per Gerusalemme, così sarà per il popolo di Dio: su di esso si abbatterà il flagello e la morte. È l'Ora in cui Gesù offre preghiere e suppliche con forti grida e lacrime, come attesta lo stesso messaggio del 7 dicembre 1954: «Padre! Padre! Padre!». Gesù vuole salvare a tutti i costi gli uomini, ma essi non rispondono ai suoi richiami d'amore. È l'Ora in cui Gesù, in preda all'angoscia, prega e piange nell'Orto degli Ulivi.
Il Sommo Pontefice Pio XII, nel radiomessaggio rivolto al Congresso mariano regionale della Sicilia il 17 ottobre 1954, parla “dell'arcano linguaggio” delle lacrime della Madonna di Siracusa: «Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per i tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la Maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio?».
Purtroppo gli uomini non hanno compreso “l'arcano linguaggio” della Madre di Dio; né i cristiani hanno saputo interpretare «i segni dei tempi» (cfr Mt 16,1-4).
III.3) SECONDO ANNUNCIO DI GESÙ
«... è ormai inevitabile una grandissima distruzione».
Per il dilagare dell'ateismo, dell'incredulità, dell'immoralità e dell'amoralità, Dio è “costretto” a porre un freno all'iniquità umana esercitando la sua giustizia. La triste realtà che incombe sul mondo sarà illustrata più ampiamente nella terza e quarta parte dell'Ora di Maria.
III.4) FRUTTI DELLE LACRIME DELLA MADONNA
«Innumerevoli sue lacrime hanno commosso il cuore dei suoi e miei figli».
Le lacrime di Maria hanno intenerito molti cuori, ma evidentemente Dio voleva che la lacrimazione della Madre portasse più frutti, più conversioni stabili e perseveranti; ma ciò non è avvenuto!
Dio fa tutto da parte sua per salvare gli uomini, ma essi sono sordi ai suoi richiami... e quelli che lo ascoltano poi non perseverano. La causa della “grande distruzione” annunciata da Gesù non è da imputare a Dio, ma all'indifferenza degli uomini a cominciare dai cristiani, sia laici che pastori.
Che la Madre di Dio e degli uomini pianga sull'umanità non è certo consolante o fatto da tenere in poca considerazione.
Quelle lacrime avrebbero dovuto scuotere almeno i cristiani per indurli ad una profonda conversione, quale inizio di una vita cristiana fervente, fondata e animata dall'amore di Dio verso il prossimo, dal nuovo comandamento di Gesù: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
III.5) MARIOFANIA E TEOFANIA
La lacrimazione del quadro raffigurante la Madonna ed il suo Cuore Immacolato va intesa come una manifestazione di Maria Santissima (mariofania) e del suo Cuore materno traboccante di premure amorose ed amore premuroso per la salvezza dei suoi figli. La sua maternità è tutta orientata al bene degli uomini e allo stesso tempo è “rivelazione” dell'amore della Santissima Trinità.
Maria Santissima è l'Inviata di Dio e tale rimane in tutta la storia della salvezza. I miracoli di Dio manifestati tramite la persona e l'opera materna di Maria sono segni della volontà salvifica di Dio che interviene nella storia, trasformandola nella storia del Signore che è il Signore della Storia! (cfr Ap 1,8).
La geografia mondiale dei Santuari mariani testimonia che anche Maria Santissima è Madre che interviene nella storia e la storia è anche la storia della Madre e del suo amore materno, associato al Figlio nell'economia della salvezza.
Gesù, dopo aver parlato delle lacrime della Madre, nel messaggio afferma: «Ecco l'altissima Divinità (indicando l'immagine della Santissima Trinità), l'infinita Misericordia (indicando l'immagine di Gesù misericordioso), l'infinito Amore (indicando l'immagine del Sacro Cuore) … ». La lacrimazione della Madonna di Siracusa, vista con l'intelligenza della fede, è dunque una “teofania trinitaria”, cioè una manifestazione dell'onnipotenza, della misericordia e dell'amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che opera in tutti i modi per portare la salvezza a tutti gli uomini di buona volontà.
QUESTO ARTICOLO E' STATO CURATO DAL
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