PROFEZIA DI SAN MALACHIA (1094-1148)
SULLA SUCCESSIONE DEI SOMMI PONTEFICI
(de Summis Pontificibus)
Aggiornamento del 13/3/2013
Eletto al soglio di Pietro il card. Jorge Mario Bergoglio che ha deciso di prendere il nome di FRANCESCO.
Nella sequenza dei Pontefici elencati nella profezia de Summis Pontificibus corrisponde al 112° e penultimo motto:
Nella sequenza dei Pontefici elencati nella profezia de Summis Pontificibus corrisponde al 112° e penultimo motto:
"In persecutione extrema S.R.E. sedebit."
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"Siederà sul trono della Santa Romana Chiesa nei tempi della persecuzione estrema."
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NOTIZIE
SAN MALACHIA (1094-1148) è stato arcivescovo di Armagh, in Irlanda, fino al 1147 ed è vissuto fino al 1148. E' molto noto per una profezia sulla successione dei Sommi Pontefici (de Summis Pontificibus) da Innocenzo II al futuro Pietro Romano. Il primo a divulgarla con la stampa fu il benedettino P.Arnoldo Wion che la inserì nel suo libro Lignum Vitae, pubblicato nel 1595. P.Wion fu indotto a stamparla anche a motivo dei molti curiosi che desideravano conoscerla; questo significa che già a quei tempi era molto nota e presa in considerazione.
Il teologo e storico Gabriel Bucelinus, anch'esso monaco benedettino, riporta tale profezia nella sua opera Nucleus Historiae Universalis già nella pubblicazione del 1652. In tale opera viene riportata l'interessantissima frase: "Hucusque meritissimus de S.R.E. Archiepiscopus et primas Hiberniae S. Malachias, monachorum gloria, melliflui doctoris Bernardi amicissimus". Da questo sappiamo dell'amicizia fra S.Malachia e S.Bernardo di Chiaravalle.
Molti considerano la profezia sui Sommi Pontefici legata alla fine del mondo; i motivi sono due: la menzione del giudice che giudicherà il suo popolo ed un Finis posto dopo la lunga frase dedicata a Petrus Romanus, ultimo papa dell'elenco.
Rispetto a tale libera interpretazione ci sono però valide obiezioni:
- una prossima fine del mondo non è concorde con altre rivelazioni private attendibili (ad esempio Fatima in cui è preannunciato il trionfo del Cuore Immacolato di Maria);
- alla fine dei tempi il giudizio sarà universale mentre quì sembra un giudizio diretto principalmente al popolo cristiano (suo popolo) come castigo per la dilagante iniquità;
- nella profezia non è menzionata la fine del mondo;
- il Finis posto dopo la frase dedicata a Petrus Romanus lascia piuttosto pensare alla fine della profezia.
Ci si dovrebbe comunque domandare perché, seppure il mondo non finisca, la profezia invece finisce con tale Petrus Romanus. Una possibile spiegazione è che la Chiesa sia nell'imminenza di una svolta epocale. La Chiesa, ma anche il mondo intero, dovranno essere purificate dai loro mali per spalancare le porte all'avvento di un'era Cristiana e Mariana. Si tratta del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, l'Ora di Maria Santissima, finalmente un regno di bene e di pace che l'uomo, rinnegando costantemente e ripetutamente l'aiuto di Dio, non ha potuto edificare ("senza di me non potete far nulla" Gv 15,8).
Gli eventi successivi al pontificato di Benedetto XVI (il cui motto nella profezia è "Gloria Olivae", terz'ultimo della lista) saranno comunque decisivi per la vita della Chiesa, in quanto si parla esplicitamente di estrema persecuzione e di grandi tribolazioni. Tali parole, più che la fine del mondo, sembrano evocare l'evento della grande tribolazione di cui parlano i Vangeli (Mt 24, 21) (Mc 13, 14-20) (Lc 21, 23-24).
San Malachia è stato canonizzato da papa Clemente III il 6 luglio 1190.
La profezia è stata considerata attendibile da molti religiosi e sacerdoti. Credeva ad essa anche Papa S.Pio X come riportato da alcuni suoi biografi. Esiste un'interessante apologia della profezia a cura del sac. Antonio Marcone dal titolo Della profezia di S.Malachia Arcivescovo di Armagh sulla successione dei Sommi Pontefici e della sua autenticità, pubblicata nel 1895 dalla tipografia arcivescovile di Genova. A difesa della profezia è intervenuta anche la rivista Civiltà Cattolica nel fascicolo del 22 marzo 1872.
Il teologo e storico Gabriel Bucelinus, anch'esso monaco benedettino, riporta tale profezia nella sua opera Nucleus Historiae Universalis già nella pubblicazione del 1652. In tale opera viene riportata l'interessantissima frase: "Hucusque meritissimus de S.R.E. Archiepiscopus et primas Hiberniae S. Malachias, monachorum gloria, melliflui doctoris Bernardi amicissimus". Da questo sappiamo dell'amicizia fra S.Malachia e S.Bernardo di Chiaravalle.
Molti considerano la profezia sui Sommi Pontefici legata alla fine del mondo; i motivi sono due: la menzione del giudice che giudicherà il suo popolo ed un Finis posto dopo la lunga frase dedicata a Petrus Romanus, ultimo papa dell'elenco.
Rispetto a tale libera interpretazione ci sono però valide obiezioni:
- una prossima fine del mondo non è concorde con altre rivelazioni private attendibili (ad esempio Fatima in cui è preannunciato il trionfo del Cuore Immacolato di Maria);
- alla fine dei tempi il giudizio sarà universale mentre quì sembra un giudizio diretto principalmente al popolo cristiano (suo popolo) come castigo per la dilagante iniquità;
- nella profezia non è menzionata la fine del mondo;
- il Finis posto dopo la frase dedicata a Petrus Romanus lascia piuttosto pensare alla fine della profezia.
Ci si dovrebbe comunque domandare perché, seppure il mondo non finisca, la profezia invece finisce con tale Petrus Romanus. Una possibile spiegazione è che la Chiesa sia nell'imminenza di una svolta epocale. La Chiesa, ma anche il mondo intero, dovranno essere purificate dai loro mali per spalancare le porte all'avvento di un'era Cristiana e Mariana. Si tratta del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, l'Ora di Maria Santissima, finalmente un regno di bene e di pace che l'uomo, rinnegando costantemente e ripetutamente l'aiuto di Dio, non ha potuto edificare ("senza di me non potete far nulla" Gv 15,8).
Gli eventi successivi al pontificato di Benedetto XVI (il cui motto nella profezia è "Gloria Olivae", terz'ultimo della lista) saranno comunque decisivi per la vita della Chiesa, in quanto si parla esplicitamente di estrema persecuzione e di grandi tribolazioni. Tali parole, più che la fine del mondo, sembrano evocare l'evento della grande tribolazione di cui parlano i Vangeli (Mt 24, 21) (Mc 13, 14-20) (Lc 21, 23-24).
San Malachia è stato canonizzato da papa Clemente III il 6 luglio 1190.
La profezia è stata considerata attendibile da molti religiosi e sacerdoti. Credeva ad essa anche Papa S.Pio X come riportato da alcuni suoi biografi. Esiste un'interessante apologia della profezia a cura del sac. Antonio Marcone dal titolo Della profezia di S.Malachia Arcivescovo di Armagh sulla successione dei Sommi Pontefici e della sua autenticità, pubblicata nel 1895 dalla tipografia arcivescovile di Genova. A difesa della profezia è intervenuta anche la rivista Civiltà Cattolica nel fascicolo del 22 marzo 1872.
La grande precisione dei motti
Desta stupore la grande precisione con cui i motti hanno identificato i regnanti pontefici con riferimento a loro caratteristiche essenziali o spesse volte al loro futuro stemma pontificio.
107. Pastor & nauta (Pastore e marinaio). Si tratta di Giovanni XXIII che oltre ad essere pastore di anime è stato patriarca di Venezia. |
109. De medietate lunae (della mezza luna, della metà della luna). L'associazione fra questo papa e la luna è quanto mai efficace, in quanto ricorda la brevità del suo pontificato (33 giorni), durato poco più di un ciclo lunare (che è di 28 giorni). Anche il suo stemma ricorda un panorama notturno con tre stelle in campo blu.
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110. De labore solis (circa la fatica del sole). Dopo il papa della luna è efficacissima l'espressione opposta del papa del sole. Infatti, così come Giovanni Paolo I ha avuto uno dei pontificati più brevi della storia, il suo successore Giovanni Paolo II ha avuto uno dei pontificati più lunghi e fecondi (26 anni), durante il quale proprio come il sole ha girato tutto il mondo con numerosissimi viaggi apostolici. |
Gli ultimi tre papi della profezia (vedi Pag. 311 del LIGNVM VITAE - motti n. 111, 112 e 113):
Motto:
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Traduzione del motto:
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Papa corrispondente:
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Vorrei far notare come molti uniscono il motto n.112 con il n.113 ovvero quello di Petrus Romanus; a nostro parere si tratta di un errore nel quale è incappato lo stesso storico Bucalinus. I due motti infatti, nel documento più antico, il Lignum Vitae del 1595, sono ben distinti, come si evince dall'indentazione del testo e dal punto che divide le due frasi. Tra Benedetto XVI e Petrus Romanus riteniano quindi che dovremmo aspettarci ancora un altro papa (*). Ad ogni modo si capirà presto questo dettaglio. Con la rinuncia di Benedetto XVI al soglio pontificio siamo entrati nella parte finale e cruciale di questa profezia ma soprattutto della storia della Chiesa.
Non è bene nemmeno farsi ingannare dalle illazioni di qualcuno che considera Petrus Romanus l'ultimo pontefice prima della fine del mondo. Anche questa interpretazione è arbitraria. Infatti, la parola "Finis" che troviamo alla fine del testo indica ragionevolmente la fine della lunga profezia e non la fine del mondo. Anche la frase relativa al giudice temibile che giudicherà il suo popolo è più probabilmente relativa ad una grande purificazione della Chiesa (il suo popolo) e del mondo che non al giudizio universale.
Il fatto, infine, che la profezia termini con Petrus Romanus indica senz'altro che sotto il suo pontificato avverrà qualcosa di particolare e di importante, tanto da giustificare un secondo Pietro: già il nome sembra indicare una rinascita, una rifondazione. Potrebbe senz'altro trattarsi dell'era di pace cristiana e mariana su cui convergono molte altre profezie attendibili, del trionfo del Cuore Immacolato predetto dalla profezia di Fatima, dell'Ora di Maria predetta da Gesù al Movimento Mariano Betania, del sogno profetico delle due colonne avuto da S.Giovanni Bosco, degli ultimi tempi di cui parla S.Luigi Maria Grignon da Montfort, etc. etc.
(*) nota postuma: infatti è stato eletto Papa Francesco. Noi non riteniamo che Egli sia Petrus Romanus.
Non è bene nemmeno farsi ingannare dalle illazioni di qualcuno che considera Petrus Romanus l'ultimo pontefice prima della fine del mondo. Anche questa interpretazione è arbitraria. Infatti, la parola "Finis" che troviamo alla fine del testo indica ragionevolmente la fine della lunga profezia e non la fine del mondo. Anche la frase relativa al giudice temibile che giudicherà il suo popolo è più probabilmente relativa ad una grande purificazione della Chiesa (il suo popolo) e del mondo che non al giudizio universale.
Il fatto, infine, che la profezia termini con Petrus Romanus indica senz'altro che sotto il suo pontificato avverrà qualcosa di particolare e di importante, tanto da giustificare un secondo Pietro: già il nome sembra indicare una rinascita, una rifondazione. Potrebbe senz'altro trattarsi dell'era di pace cristiana e mariana su cui convergono molte altre profezie attendibili, del trionfo del Cuore Immacolato predetto dalla profezia di Fatima, dell'Ora di Maria predetta da Gesù al Movimento Mariano Betania, del sogno profetico delle due colonne avuto da S.Giovanni Bosco, degli ultimi tempi di cui parla S.Luigi Maria Grignon da Montfort, etc. etc.
(*) nota postuma: infatti è stato eletto Papa Francesco. Noi non riteniamo che Egli sia Petrus Romanus.
Nota:
Le due pagine principali (pagina di frontespizio e pag.311) sono state restaurate con pulizia dei puntini e delle macchie di inchiostro. Se ci sarà modo, nei prossimi mesi l'operazione verrà estesa alle altre pagine.
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San Malachia, S.Malachia, ultimo papa, profezia, fine del mondo, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Papa Francesco, Petrus Romanus