30 dicembre 2012
COMPRENDERE LA DIFFERENZA TRA
"SACRA SCRITTURA" E "RIVELAZIONE PUBBLICA"
Al finire di questo anno 2012 ho pensato di offrire a lettori e fedeli cattolici un breve editoriale per ben distinguere due concetti di dottrina che vengono spesso confusi tra loro[1]. Si tratta della "Sacra Scrittura" e della "Rivelazione Pubblica".
La Sacra Scrittura è costituita da tutti interi i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento che la Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici (Cfr. CCC 105). Si tratta in totale di 73 libri (46 dell'A.T. e 27 del N.T.) nei quali Dio ha ispirato gli autori, affinché, agendo Egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori tutte e sole le cose che Egli voleva (Cfr. CCC 106).
Per Rivelazione Pubblica si intende la venuta di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, fra noi. Infatti Dio si comunica gradualmente all'uomo, lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che Egli fa di se stesso che culmina nella Persona e nella missione del Verbo Incarnato, Gesù Cristo (Cfr. CCC 53). In Cristo, l'Emmanuele, Dio è veramente stato con noi e in mezzo a noi pubblicamente e non velatamente. «Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio » (Eb 1,1-2). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito Santo, compie e completa la Rivelazione (Cfr. Dei Verbum 4). La Rivelazione Pubblica è quindi l'apice ed il completamento di quel lungo processo che ha avuto inizio nell'A.T e che complessivamente chiamiamo "Rivelazione". Dopo questa venuta di Gesù, ovvero la sua prima Rivelazione Pubblica, non c'è più da aspettarsi un suo ritorno se non la sua venuta gloriosa alla fine dei tempi (Cfr. Dei Verbum 4). Questo significa che chiunque altro pretendesse di essere una nuova incarnazione del Verbo sarebbe di certo un impostore.
Si può considerare temporalmente la Rivelazione Pubblica quel periodo che va dal momento dell'Annunciazione fino alla morte dell'ultimo degli Apostoli. Con la morte di S.Giovanni evangelista, infatti, si considera chiusa sia la Rivelazione Pubblica sia l'intera Rivelazione e si considera anche completo il canone dei libri del Nuovo Testamento (Cfr. Denz. 3421).
Cristo Gesù inoltre ordinò agli Apostoli di predicare a tutti il Vangelo (la Buona Novella). La trasmissione del Vangelo è fatta in due modi: per iscritto, con i libri del N.T., ed oralmente. Questa trasmissione viva, compiuta dallo Spirito Santo, è chiamata Tradizione in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene sia ad essa strettamente legata (Cfr. CCC 78).
Alla luce di quanto esposto si comprende come Sacra Scrittura e Rivelazione Pubblica in parte differiscono ed in parte si sovrappongono. In sintesi:
La Sacra Scrittura è costituita dai libri sacri e canonici dell'Antico e del Nuovo Testamento;
La Rivelazione Pubblica è la venuta di Gesù Cristo fra noi narrata nei libri del Nuovo Testamento e nella Sacra Tradizione e profetizzata nei libri dell'Antico Testamento.
Possiamo anche notare come la Sacra Scrittura sia una raccolta di libri mentre la Rivelazione Pubblica sia sostanzialmente un evento, un fatto straordinario ed inimmaginabile, un Dio che prende la nostra natura e si manifesta a noi pubblicamente: chi ha incontrato, ascoltato e toccato Gesù, ha incontrato, ascoltato e toccato Dio stesso. E' qui che prorompe di gioia San Giovanni nel prologo al Vangelo quando afferma: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito [...] lui lo ha rivelato" (Gv 1,18). Dopo la venuta di Gesù non si può più dire che Dio nessuno lo ha mai visto! Chi ha visto Gesù ha veramente visto Dio, vero uomo e vero Dio.
La distinzione che abbiamo effettuato tra "Sacra Scrittura" e "Rivelazione Pubblica" dovrebbe aiutarci a comprendere in quali e quanti modi Dio ha parlato e parla all'uomo. Dio ci ha parlato tramite autori ispirati, ci ha parlato nella Persona del suo Figlio, ci parla nella Tradizione apostolica e continua ancora a parlarci in maniera straordinaria tramite le Rivelazioni private, suscitando in persone secondo il suo cuore un carisma profetico. Ad ogni modo tutto questo è sempre Parola di Dio, è Dio che comunica con noi. Potremmo ad esempio ritrovarci sorpresi nel pensare che Noè ha creduto al futuro diluvio tramite una rivelazione privata oppure che lo stesso Abramo ha agito in seguito alla promessa della nascita di un figlio fatta sempre con una rivelazione privata (Cfr. Card. De Lugo, De virtude fidei Divinae - pg. 114).
Possiamo quindi concludere come nessuno dei termini "Sacra Scrittura", "Rivelazione Pubblica" oppure "Rivelazioni Private" (anche quelle recenti) presi singolarmente siano veri sinonimi di "Parola di Dio", perché quest'ultima è qualcosa di più ampio che in realtà li include tutti e tre: Dio ci parla con la Bibbia, Dio ci parla nella Tradizione Apostolica, Dio ci parla con le Rivelazioni Private; Dio è onnipotente e ci parla come può e vuole. Porre un limite al suo agire significa mettere un limite alla sua onnipotenza ed al suo amore; ciò è evidentemente errato.
Mi piace infine ricordare come Dio ci può parlare anche attraverso la bellezza di un filo d'erba; basta lasciarlo parlare.
Pubblicato il 30 / 12 / 2012
Ultimo aggiornamento del 30/8/2015
G.Corvasce
Presidente dell'associazione Betania di Gianna Gelfusa
Palestrina (RM)
Note:
[1] Accade infatti di frequente che alla domanda: "Cos'è la Rivelazione Pubblica?" ci si senta rispondere anche da Sacerdoti: "E' La Bibbia". Mostreremo come questa è una semplificazione arbitraria che ha poi delle serie conseguenze su come vengono interpretate le Rivelazioni Private in contrapposizione appunto con la Rivelazione Pubblica.
La Sacra Scrittura è costituita da tutti interi i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento che la Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici (Cfr. CCC 105). Si tratta in totale di 73 libri (46 dell'A.T. e 27 del N.T.) nei quali Dio ha ispirato gli autori, affinché, agendo Egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori tutte e sole le cose che Egli voleva (Cfr. CCC 106).
Per Rivelazione Pubblica si intende la venuta di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, fra noi. Infatti Dio si comunica gradualmente all'uomo, lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che Egli fa di se stesso che culmina nella Persona e nella missione del Verbo Incarnato, Gesù Cristo (Cfr. CCC 53). In Cristo, l'Emmanuele, Dio è veramente stato con noi e in mezzo a noi pubblicamente e non velatamente. «Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio » (Eb 1,1-2). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito Santo, compie e completa la Rivelazione (Cfr. Dei Verbum 4). La Rivelazione Pubblica è quindi l'apice ed il completamento di quel lungo processo che ha avuto inizio nell'A.T e che complessivamente chiamiamo "Rivelazione". Dopo questa venuta di Gesù, ovvero la sua prima Rivelazione Pubblica, non c'è più da aspettarsi un suo ritorno se non la sua venuta gloriosa alla fine dei tempi (Cfr. Dei Verbum 4). Questo significa che chiunque altro pretendesse di essere una nuova incarnazione del Verbo sarebbe di certo un impostore.
Si può considerare temporalmente la Rivelazione Pubblica quel periodo che va dal momento dell'Annunciazione fino alla morte dell'ultimo degli Apostoli. Con la morte di S.Giovanni evangelista, infatti, si considera chiusa sia la Rivelazione Pubblica sia l'intera Rivelazione e si considera anche completo il canone dei libri del Nuovo Testamento (Cfr. Denz. 3421).
Cristo Gesù inoltre ordinò agli Apostoli di predicare a tutti il Vangelo (la Buona Novella). La trasmissione del Vangelo è fatta in due modi: per iscritto, con i libri del N.T., ed oralmente. Questa trasmissione viva, compiuta dallo Spirito Santo, è chiamata Tradizione in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene sia ad essa strettamente legata (Cfr. CCC 78).
Alla luce di quanto esposto si comprende come Sacra Scrittura e Rivelazione Pubblica in parte differiscono ed in parte si sovrappongono. In sintesi:
La Sacra Scrittura è costituita dai libri sacri e canonici dell'Antico e del Nuovo Testamento;
La Rivelazione Pubblica è la venuta di Gesù Cristo fra noi narrata nei libri del Nuovo Testamento e nella Sacra Tradizione e profetizzata nei libri dell'Antico Testamento.
Possiamo anche notare come la Sacra Scrittura sia una raccolta di libri mentre la Rivelazione Pubblica sia sostanzialmente un evento, un fatto straordinario ed inimmaginabile, un Dio che prende la nostra natura e si manifesta a noi pubblicamente: chi ha incontrato, ascoltato e toccato Gesù, ha incontrato, ascoltato e toccato Dio stesso. E' qui che prorompe di gioia San Giovanni nel prologo al Vangelo quando afferma: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito [...] lui lo ha rivelato" (Gv 1,18). Dopo la venuta di Gesù non si può più dire che Dio nessuno lo ha mai visto! Chi ha visto Gesù ha veramente visto Dio, vero uomo e vero Dio.
La distinzione che abbiamo effettuato tra "Sacra Scrittura" e "Rivelazione Pubblica" dovrebbe aiutarci a comprendere in quali e quanti modi Dio ha parlato e parla all'uomo. Dio ci ha parlato tramite autori ispirati, ci ha parlato nella Persona del suo Figlio, ci parla nella Tradizione apostolica e continua ancora a parlarci in maniera straordinaria tramite le Rivelazioni private, suscitando in persone secondo il suo cuore un carisma profetico. Ad ogni modo tutto questo è sempre Parola di Dio, è Dio che comunica con noi. Potremmo ad esempio ritrovarci sorpresi nel pensare che Noè ha creduto al futuro diluvio tramite una rivelazione privata oppure che lo stesso Abramo ha agito in seguito alla promessa della nascita di un figlio fatta sempre con una rivelazione privata (Cfr. Card. De Lugo, De virtude fidei Divinae - pg. 114).
Possiamo quindi concludere come nessuno dei termini "Sacra Scrittura", "Rivelazione Pubblica" oppure "Rivelazioni Private" (anche quelle recenti) presi singolarmente siano veri sinonimi di "Parola di Dio", perché quest'ultima è qualcosa di più ampio che in realtà li include tutti e tre: Dio ci parla con la Bibbia, Dio ci parla nella Tradizione Apostolica, Dio ci parla con le Rivelazioni Private; Dio è onnipotente e ci parla come può e vuole. Porre un limite al suo agire significa mettere un limite alla sua onnipotenza ed al suo amore; ciò è evidentemente errato.
Mi piace infine ricordare come Dio ci può parlare anche attraverso la bellezza di un filo d'erba; basta lasciarlo parlare.
Pubblicato il 30 / 12 / 2012
Ultimo aggiornamento del 30/8/2015
G.Corvasce
Presidente dell'associazione Betania di Gianna Gelfusa
Palestrina (RM)
Note:
[1] Accade infatti di frequente che alla domanda: "Cos'è la Rivelazione Pubblica?" ci si senta rispondere anche da Sacerdoti: "E' La Bibbia". Mostreremo come questa è una semplificazione arbitraria che ha poi delle serie conseguenze su come vengono interpretate le Rivelazioni Private in contrapposizione appunto con la Rivelazione Pubblica.
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