• Home
  • Teologia
    • Deposito della fede
    • Teologia
    • FENOMENOLOGIA MISTICA
    • Trattati di teologia
    • Interrogativi
  • Rivelazioni
    • San Giovanni Bosco
    • Bruno Cornacchiola (Tre Fontane)
    • Fatima
    • Lourdes
    • Santa Faustina Kowalska
    • San Francesco d'Assisi
    • Santa Caterina da Siena
    • Santa Brigida
    • Santa Giovanna d'Arco
    • Santa Margherita Maria Alacoque
    • San Malachia
  • Sostienici
  • Informazioni
    • Contatti
    • Bibliografia
LE RIVELAZIONI PRIVATE
  • Home
  • Teologia
    • Deposito della fede
    • Teologia
    • FENOMENOLOGIA MISTICA
    • Trattati di teologia
    • Interrogativi
  • Rivelazioni
    • San Giovanni Bosco
    • Bruno Cornacchiola (Tre Fontane)
    • Fatima
    • Lourdes
    • Santa Faustina Kowalska
    • San Francesco d'Assisi
    • Santa Caterina da Siena
    • Santa Brigida
    • Santa Giovanna d'Arco
    • Santa Margherita Maria Alacoque
    • San Malachia
  • Sostienici
  • Informazioni
    • Contatti
    • Bibliografia

BRUNO CORNACCHIOLA


BRUNO CORNACCHIOLA E L'APPARIZIONE ALLE TRE FONTANE

Foto
Foto
Foto
Tweet

CENNI BIOGRAFICI

Bruno Cornacchiola nasce a Roma il 9 maggio 1913 da una famiglia poverissima. All'età di 14 anni riceve la Prima Comunione perché viene preso a cuore da una pia signora, Maria Farsetti, morta in concetto di santità, che lo guida e lo incoraggia sulla strada di questo sacramento. Ben presto però torna alla vita di prima, senza educazione né freni, avendo come maestri la strada e le cattive compagnie. La sua giovinezza passa nell'ignoranza, nella miseria e lontano dalla Chiesa. Nel 1934 parte per il servizio militare. Si sposa il 7 marzo 1976 con Iolanda Lo Gatto, figlia di una guardia carceraria conosciuta dal padre di Bruno durante una sua detenzione nel carcere romano di Regina Cieli.

Straziante il suo racconto: «Quando decidemmo di sposarci, le manifestai brutalmente la mia incredulità religiosa: “Non voglio sposarmi in Chiesa - le dissi - ma con cerimonia civile.” Lei si oppose con tutte le sue forze e pianse. Siccome era addoloratissima, dovetti cedere. Lo feci malvolentieri e solo in parte: “Va bene in Chiesa... ma in sacrestia! e senza cerimonie!” Lei insistette a lungo, scongiurò, ma fui irremovibile. Era il massimo che potesse concedere il mio odio e disprezzo per i “pretacci”, che consideravo disonesti e furbi sfruttatori del popolo, inventori della Chiesa, per cavarne benefici senza lavorare. La stessa cosa, arrogantemente ripetei al Parroco nel colloquio prematrimoniale: “Mi sposo in sacrestia, purché voi preti non incominciate a parlarmi di Sacramenti... Confessioni... Comunioni perché io a voi non ci credo!”. E così, come io avevo promesso, ci sposammo il 7 Marzo 1936 nella sacrestia della Chiesa parrocchiale di Sant’Elena sulla Via Casilina. Mi sposai in maglietta e giacchetta, senza cravatta (non come sono stato “cerimonialmente” rappresentato in alcune quadrucci e vignette). Quella cerimonia fu l’inizio di una vita coniugale piena di maltrattamenti, percosse, incomprensioni e tradimenti, alla quale soltanto la Vergine della Rivelazione riuscì a porre fine il 12 Aprile 1947».

Attivista politico si arruola volontario per combattere in Spagna a fianco dei falangisti di Francisco Franco, ed in quel periodo viene convinto alla fede protestante da un soldato tedesco, un certo “Otto”, che fa crescere in lui il sentimento anticattolico, che fermenterà fino all'indicibile proposito di uccidere il Santo Padre.

Terminata la guerra civile in Spagna, nel 1939, Bruno torna dalla famiglia e cerca di convincere senza successo la moglie ad uscire dalla Chiesa cattolica. Inizia a frequentare la Chiesa Cristiana Evangelica Battista e nel frattempo trova lavoro all'ATAG, l'allora Azienda Tranviaria Auto filotranviaria Governatorato di Roma.

Il 12 aprile 1947 promette ai figlioletti Isola di 10 anni, Carlo di 7 e Gianfranco di 4 di portarli al mare ad Ostia, ma con l'occasione cercava un po' di tranquillità per preparare un discorso da tenere contro i dogmi mariani e contro l'Immacolata. A causa di un contrattempo deve cambiare i suoi piani e decide di andare ai giardinetti di San Paolo, vicino alla Basilica. In questo luogo avviene la famosa apparizione della Vergine.

Queste le parole di Bruno Cornacchiola sul giorno dell'accaduto:
«Fa caldo. Ci alleggeriamo di qualche indumento di troppo. Faccio un giro d’esplorazione per controllare che non ci siano persone male intenzionate o bestie al pascolo. Siamo soli, è tutto tranquillo. Vado a guardare dentro la grotta per vedere se c’è qualche pericolo. E’ buia, puzzolente, piena di porcherie, erbacce..
Un ricettacolo di incontri schifosi e di peccati impuri. Ordino ai bambini di non entrare nella grotta. Vedo, lontano, anche dei serpenti e dei topi. Mi siedo vicino ad un albero e mi tolgo le scarpe. Lo stesso fanno i bambini ed ammucchiamo il tutto vicino ad un albero, che si biforca in due grossi rami (albero che, purtroppo, nei lavori di sistemazione del piazzale è stato divelto).
Dico ai bambini di non allontanarsi, perché li voglio vedere e controllare. I miei gravi difetti non mi impedivano di essere un padre affettuoso e prudente.
I bambini si mettono a giocare a palla ed io incomincio a scrivere eresie. Perdono la palla e mi chiamano per ritrovarla. Interrompo di scrivere, la rintraccio e il gioco prosegue. Non voglio che la perdano ancora e mi metto a giocare con loro. Isola si mette con le spalle davanti alla scarpata, da dove siamo saliti, e incomincia il gioco.
Tiro la palla ad Isola, adagio; ma la piccola sfera s’impenna, si alza e prosegue forte e veloce con una traiettoria non mia, quasi lanciata da un’altra mano, sparendo dietro i cespugli, giù per la scarpata. Mi arrabbio perché è la seconda volta che si perde la palla.
Dico ai bambini: “Andate a cercare la palla!”
Dopo poco tornano con i piedi nudi sanguinanti, punti dai rovi.
“Papà, non riusciamo a trovarla. ..Aiutaci a cercarla...”
Interrompo di nuovo il mio lavoro blasfemo e dico a Carlo: “Tu, vieni con me!”, e ad Isola: “Tu stai attenta a Gianfranco che non si faccia male e non entrare in quella grotta perché ci sono dei pericoli; tu non lo sai, ma ci sono pericoli di prendere malattie.”
“Va bene, papà - mi fa Isola - posso raccogliere dei fiori per portarli a mamma?”
Acconsento e consegno a Gianfranco il giornalino per guardare le figure.
Lascio Isola che si mette a raccogliere fiori, e Gianfranco, vicino all’albero biforcuto, che sfoglia il Pupazzetto. Con Carlo scendo la scarpata verso la Via Laurentina, per cercare questa palla introvabile. Ci muoviamo con attenzione per non pungerci i piedi scalzi. Per due o tre volte chiamo Gianfranco per nome, per assicurarmi che non si allontani e vada incontro a qualche pericolo. Ho paura che possa cadere in qualche buca. Mi risponde.
Cerco tra i cespugli spinosi di rovi e di more... sotto una selva di arbusti... niente, chiamo ancora e improvvisamente non risponde. Lo chiamo di nuovo, silenzio. Sono preoccupato e penso al peggio; come quando il bambino cadendo da un’altezza di otto metri, in una buca fatta da una bomba di aereo inesplosa, non recintata piena di lattine arrugginite, dietro all’attuale scuola “Liceo - Ginnasio Augusto” sulla via Appia Nuova, ebbe otto punti, ma fortunatamente, dopo quattro giorni, era guarito.
Abbandono le ricerche, salgo e alla conca mi trovo davanti ad una cosa sorprendente.
Gianfranco non é al suo posto! Vado avanti e lo vedo alla sinistra dell’ingresso della grotta. E’ in ginocchio con le mani giunte e ripete, sorridente, guardando davanti a se un qualcosa che non vedo: “Bella Signora, Bella Signora...” La sorpresa diventa subito furia: nessuno ha insegnato al bambino quella posizione di preghiera, né in famiglia, né nelle nostre riunioni, dove si pregava in piedi e senza giungere le mani! Irato ordino ad Isola, che sopra la grotta sta componendo un mazzetto di fiori di ginestra per la madre: “Vieni qui”.
Arriva col suo mazzetto di fiori. Siamo tutti e tre vicino a Gianfranco che ripete in estasi, come una preghiera: “Bella Signora, Bella Signora...”
“Nella grotta c’è qualcuno? Vedi qualcosa?” chiedo ad Isola.
La bambina divide con le mani i rami di ginestra che ostruiscono la grotta e risponde: “Papà, non c’è nessuno dentro la grotta!”
La grotta era piccola e si sarebbe visto subito se ci fosse stato qualcuno dentro.
“Insomma, Isola, non voglio che giocate al gioco della bella signora! E non voglio che entrate nella grotta!”
“Ma io non sto giocando con Gianfranco... e poi il gioco della bella signora, io neanche lo conosco!” Detto questo, la bambina fa per allontanarsi; si ferma; si volta verso la grotta e lascia cadere il mazzolino di fiori; si inginocchia accanto a Gianfranco, alla sua destra; unisce le mani in atteggiamento orante e fissa un punto della grotta.
Anche lei ripete: “Bella Signora, Bella Signora...”
Penso: “Stanno giocando alla bella signora... Si sono messi d’accordo per canzonarmi... Lasciamoli fare, purché non entrino nella grotta. Io devo continuare il mio lavoro!”
Do un leggero scappellotto a Carlo che mi sta vicino e gli dico: “Va a giocare anche tu, con loro; ma non entrate nella grotta! Mi raccomando!” Carlo mi risponde stizzito: “Papà, questo gioco io non lo so fare!” e fa anche lui l’atto di andarsene.

Ha appena terminato la frase, che si ferma. Non ha fatto due metri, che si gira anche lui; avanza verso la grotta; s’inginocchia alla destra di Isola e unisce le mani; fissa un punto della grotta e incomincia a ripetere con i fratellini: “Bella Signora, Bella Signora...”
Vederli tutti e tre inginocchiati mi fa saltare i nervi..
Li sgrido: “Basta! Alzatevi, non potete stare qui a giocare. Isola, tu dici che non conosci il gioco della bella signora; tu Carlo, dici che non sai giocare... e poi vi inginocchiate tutti e tre per prendermi in giro! Su alzatevi, andate via!”
Non mi sentono. Non si muovono e continuano a ripetere in coro:
“Bella Signora! Bella Signora!”
Sono presi da qualcosa che viene dalla grotta. Ma cosa? io non vedo nulla...
Innervosito mi avvicino per sollevarli. Incomincio da Carlo: “Alzati!” Provo a scuoterlo... a smuoverlo... E’ pesante quintali, come una statua di marmo, duro come pietra.
Vado da Isola, lo stesso; dal bambino più piccolo, uguale.
Insomma cosa succede? Come mai quelle esili creature pesano quintali? Ho perduto le forze?
Carlo, Isola e Gianfranco sono sempre fermi, con le mani giunte, con lo sguardo inchiodato in un punto della grotta, che ripetono: “Bella Signora! Bella Signora!”
Sono terrorizzato.
Provo ancora, riprovo, insisto... Cerco di sollevarli, li tocco, li chiamo... li osservo, sembrano pietrificati, bianchissimi, quasi trasparenti, le pupille dilatate e lo sguardo fisso... Impossibile spostarli di un solo millimetro!
Guardo nella grotta. Penso a una stregoneria, ad un intervento di satana, a qualche prete nascosto che abbia ipnotizzato i bambini. Sì, questo era il mio stato d’animo, questi i risultati della mia formazione anticattolica!
Entro nella grotta e con i pugni chiusi, grido: “Ma chi c’è qui dentro? Su, esci! Vieni fuori!”.
Ma la grotta è buia, vuota. Non c'è nessuno.
Alla sorpresa subentra una grande paura. Ho dei brividi. Corro verso la scarpata, guardo se c’è qualcuno sulla strada, se viene qualcuno, e grido: “Aiuto! Venite ad aiutarmi!” Non viene nessuno.
Torno dai bambini e tento di nuovo di scuoterli, ma inutilmente. Guardo verso la grotta. Sento in me dei fremiti, perché non capisco cosa sta succedendo. Mi rendo conto che da solo non posso fare nulla, e mi viene voglia di gridare.
Alzo le mani e gli occhi al cielo e lancio un forte grido di preghiera:
“Dio salvaci Tu!”
Dopo questa invocazione di preghiera verso il Cielo per chiedere aiuto al Signore, mi metto a piangere, con le mani nei capelli. Avevo le lacrime agli occhi, quando improvvisamente sento in me una calma, una grande dolcezza.
L’invocazione non si è ancora spenta, che vedo venire, da dentro la grotta, due mani bianchissime in direzione dei miei occhi. Si poggiano su di essi, prendono qualcosa e strappano un velo che mi procura dolore. E non vedo più nulla. E’ come una nebbia fitta che mi impedisce di vedere ciò che mi circonda, la grotta, i bambini, gli alberi, dove mi trovo . . . Ed entra dentro di me una vera pace, una tranquillità, una gioia indescrivibile, mai provata... Non riesco neanche a pensare a cosa mi sta succedendo... ai bambini che ancora in ginocchio continuano a dire “Bella Signora, Bella Signora...”, a me che sono venuto li per scrivere contro la Vergine...
Sono come cieco, come sordo, come smemorato...
Anch’io, come i miei figli, uno accanto all’altro e scalzi, sono inginocchiato e con le mani giunte.
Preso da questa vera pace, vedo, da dentro il buio della grotta, una piccola luce che si va sempre più ingrandendo. E’ sempre più forte, come se il sole, mille soli, sfolgoranti d’intensa luce, fossero entrati nella grotta, facendo scomparire tutto ... e io mi sento leggero, leggero, libero dal peso della carne e avvolto in una luce, che non è quella che noi uomini conosciamo; e quel ricettacolo di peccati impuri, al quale avevo vietato ai bambini di accedere, diventa per me, da quel momento e per sempre la Grotta con la G maiuscola».

Bruno Cornacchiola ha ricevuto molte altre voci della Madonna ed ha avuto numerosi sogni premonitori. E' sempre rimasto fedele alla Chiesa ed alle apparizioni avute fino alla sua morte avvenuta a Roma il 22 giugno del 2001.
La grotta delle Tre Fontane è stata ufficialmente elevata alla dignità di Santuario.


CONTENUTI PROFETICI

Riportiamo brevi stralci dei messaggi dati dalla Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola riguardanti le rivelazioni private ed il carisma profetico, invitando gli interessati a consultare il libro IL VEGGENTE (Salani Editore, Milano, 2016) per una lettura più ampia.

“[...] Tornate al principio della sorgente di unità evangelica, carità, lontani dal mondo. Voi siete nel mondo, ma non del mondo. Quanti miracoli? Quante apparizioni? Nulla (n.d.r. nonostante tanti miracoli e apparizioni la risposta è stata praticamente nulla), sempre lontani dall'essenzialità della vita nella verità del Padre che ama. Momenti duri si preparano per voi, e prima che la Russia si converta, e lasci la via dell'ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. [...] Chiamatemi Madre, come fate sempre: lo sono Madre, nel Mistero che sarà rivelato prima della fine. [...] Il mondo entrerà in un'altra guerra, più spietata delle precedenti (n.d.r. la terza guerra mondiale sarà peggiore delle precedenti due); maggiormente colpita sarà la Rocca eterna nei secoli per essere rifugio dei santi eletti di Dio, viventi nel suo trono d'amore. [...]” (Madonna della Rivelazione, 12 aprile 1947).

“Figlioli! Ascoltate il richiamo che il mio cuore materno vi rivolge! Perché non vi allontanate dal peccato? Il quale vi condurrà, se persevererete in esso, nel più atroce degli smarrimenti, che vi saranno causa di dolori atroci, e tali dolori, se non mi ascoltate, vi dilanieranno il cuore. Ciò accadrà specie a coloro che in questi tempi colmi di peccato vi nascondono i miei richiami (n.d.r. si riferisce alla Gerarchia che non diffonde adeguatamente le Rivelazioni Private autentiche, sotto la falsa idea che si tratti di aiuti non necessari?), nel tempo moderno colmo di falsità; certamente cadrà sopra d'essi il male, il male provocato e procurato da loro stessi per aver tenuto celate le cose di Dio, per il richiamo del mondo peccatore (n.d.r. come si vede grande è la responsabilità di coloro che nascondono le opere profetiche operate da Dio, e questo causa tanto male contro la malaugurata opinione che delle Rivelazioni Private non sia obbligatorio fare uso). Si ricordino che Iddio terrà nascosta da loro la sua santa Faccia” (Madonna della Rivelazione, 15 agosto 1949).

“Amatevi, è il tempo del vero amore per evitare un grande disastro ecologico: la guerra più potente e distruttrice delle due ultime mondiali. La Santità del Padre (n.d.r. il Papa) deve recarsi pellegrino penitente alla grotta delle Tre Fontane, invitando le autorità civili, politiche e religiose del mondo a consacrare al mio Cuore Immacolato di Madre tutte le nazioni. È l'ultimo invito che la misericordia vi invia con paziente amore. Il pericolo è alle porte, una guerra atomica, se non si fa come ho detto, è inevitabile” (Madonna della Rivelazione, 12 marzo 1983).

(n.d.r. Lo scoppio di un terzo e peggiore conflitto mondiale era già stato decretato prima del '53 come confermato anche dalla lacrimazione di Siracusa e da altre rivelazioni attendibili. Ma la Madre di Dio nel 1983 ha fornito un antitodo affinché tale conflitto potesse non essere nucleare. Purtroppo anche tale ennesima richiesta è stata disattesa, come la richiesta fatta a Fatima di consacrare la Russia che avrebbe evitato il secondo conflitto mondiale [per evitarlo verrò a chiedere ... etc..]. La mancanza di una concreta accoglienza delle Rivelazioni Private, cioè dei carismi profetici, sta facendo precipitare l'umanità di catastrofe in peggior catastrofe)”.

- Contatti
- Antologia di Messaggi del MMB
Se non diversamente specificato il contenuto delle pagine di questo sito è concesso sotto licenza Creative-Common Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5) www.rivelazioniprivate.org - (c) 2012.

Questo sito è patrocinato dall'associazione "Betania di Gianna Gelfusa" di Palestrina che aderisce ed è al servizio del "Movimento Mariano Betania" (R).
  • Home
  • Teologia
    • Deposito della fede
    • Teologia
    • FENOMENOLOGIA MISTICA
    • Trattati di teologia
    • Interrogativi
  • Rivelazioni
    • San Giovanni Bosco
    • Bruno Cornacchiola (Tre Fontane)
    • Fatima
    • Lourdes
    • Santa Faustina Kowalska
    • San Francesco d'Assisi
    • Santa Caterina da Siena
    • Santa Brigida
    • Santa Giovanna d'Arco
    • Santa Margherita Maria Alacoque
    • San Malachia
  • Sostienici
  • Informazioni
    • Contatti
    • Bibliografia